Vincenzo Moretti racconta Sandro Paladino, artigiano dell'assistenza, su Nova Il Sole 24 Ore
— 10/07/2018
Raccontare certe storie, “condividerle” (come si usa dire nel gergo social), non è solo un piacere, è un dovere. Perché alcuni esempi devono essere per forza trasmessi, tramandati, in particolare alle nuove generazioni.
Questo accade oggi per “l’artigiano dell’assistenza”, il Presidente dell’Associazione Media Pyros Sandro Paladino da San Giovanni a Piro. L’emozionante racconto è firmato da Vincenzo Moretti nel suo blog, di Nòva Il Sole 24 Ore, #lavorobenfatto.
Moretti narra in questo spazio culturale di «Racconti dall’Italia che dà valore al lavoro. Alla bellezza. Al futuro. L'Italia che mette testa, mani e cuore nelle cose che fa.».
Perché proprio Sandro Paladino, 42enne infermiere cilentano con la passione per le maratone? “Alla voce narrazione Sandro Paladino l’ho conosciuto grazie a Giuseppe Rivello insieme a suo nonno Felice Magliano di 104 anni. – spiega Moretti - Alla voce vita l’ho conosciuto invece sabato scorso, a Caselle in Pittari, e abbiamo chiacchierato di bellezza, di futuro, di morte e di altre sciocchezze. Per la verità l’idea di raccontarlo mi era venuta già prima, quando in chat mi aveva scritto che lui è un artigiano dell’assistenza, però dopo averci parlato non è stata più un’idea, è diventata un’urgenza”.
Perche “artigiano dell’assistenza”? “Non sono un mero esecutore di ordini o un bravo tecnico, - racconta Paladino nell’intervista – sono, siamo, soprattutto umanità, empatia, la capacità di riuscire a mettersi nei panni del paziente e di capire le sue paure e i suoi bisogni, sia psicologici che fisici”.
“Vedi Vincenzo, - spiega l’infermiere, che lavora nel reparto rianimazione dell’Ospedale dell’Immacolata di Sapri - nei posti come quelli in cui lavoro io i pazienti non ci vengono, ce li portano, e questo secondo me richiede da parte nostra un surplus di attenzione e di cura oltre che di professionalità, perché noi diventiamo spesso un’ancora a cui loro cercano di aggrapparsi. È per questo che penso di fare un lavoro importante, perché ha un valore sociale, perché richiede grande rispetto delle persone, perché anche in condizioni molto difficili ti può dare grandi soddisfazioni. Direi che da certi punti di vista il lavoro in rianimazione è come una maratona”.
Adesso basta anticipazioni, lasciamo spazio al racconto, alle emozioni:
Clicca al seguente link per leggere l’intervista completa
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