Cronache di un'universitaria in terra lombarda in periodo di Coronavirus
— 19/03/2020
Presentiamo ai nostri lettori la testimonianza di una ragazza di San Giovanni a Piro che per studio si trovava al nord Italia a fine febbraio, durante le prime fasi critiche lombarde del Coronavirus. Un punto di vista differente, che mancava nella cronaca del periodo e che, secondo noi, merita di essere condiviso.
Milano, 24 febbraio 2020
Quella che si presentava come una mattina uguale alle altre, si rivelò ben presto, ben diversa. Mi sono svegliata con mille pensieri in testa e con le notizie su facebook che continuavano a galoppare le onde del web. Apro Whatsapp e ritrovo 3 messaggi più due e-mail nella posta universitaria che presentavano le prime notizie sul COVID-19.
Cos’e’ questo virus? Forse una semplice influenza? Inizio ad informarmi su internet e mi compare, come sempre, il mondo. Non riesco a capire se fosse un fenomeno mediatico gonfiato oppure se i media stessero dicendo la verità. Fatto sta che alcune zone della Lombardia presentavano dei casi. Ancora non si sapeva come sarebbe andata, se fosse stato inutile allarmismo o se fosse stato davvero il caso di preoccuparsi . ‘’Tanto pure con la legionella a Bresso hanno fatto così, esagerano solamente" - ho pensato - mentre continuavano ad arrivare messaggi. Non dimenticherò mai la sensazione di panico che ho provato affacciandomi alla finestra di casa: di sotto la gente che girava in mascherina era aumentata e si iniziava a parlare della penuria di scorte di cibo. Così, mi tolgo il pigiama ed esco di corsa a fare la spesa. Ora starete pensando di leggere di un’ennesima persona affetta da iniziale psicosi da Corona virus ma non è così. Sono Federica, ho 21 anni e studio a Milano da circa 3 anni. Vi confesso che è stata la prima volta in cui anche un semplice mal di gola mi ha fatto paura. Mi ricordo di aver telefonato a mia madre in lacrime pensando di essere stata contagiata e intanto continuavo a sperare che non fosse così. Provate un attimo a staccare gli occhi dallo schermo e immedesimandosi in questa ragazza, a pensare a come ci si senta in queste situazioni: in trappola, ecco! Ed è proprio da quella trappola che ognuno di noi ha cercato di uscire, chi con un alto senso civico e nel rispetto delle regole, chi irresponsabilmente, ignorando le tante raccomandazioni. Le nostre bacheche ormai sono inondate di post che a volte ci alleggeriscono l’animo e altre alimentano la paura. Questa è il nemico più grande, talmente grande da farti sentire sola anche in mezzo ad altra gente. Questa strana situazione che si è venuta a creare sa di negatività sicuramente ma d'altro canto, di speranza e cambiamento. Un cambiamento che, per quanto mi riguarda, vedrà sicuramente la mia vita trasformata, arricchita di nuove esperienze ed emozioni che staranno facendo conoscere un po' a tutti lati nascosti di noi stessi. Le stesse emozioni che mi hanno fatto sconfiggere la paura di passare giorni e giorni e giorni rinchiusa in casa. Se voi aveste chiesto alla Me di un mese fa cosa si provasse a essere isolati in casa per un lungo periodo, avrei risposto con una risata sarcastica. Eppure ora ci troviamo tutti in questa situazione, a causa della nostra incuria. Alla fine un po' ti abitui, ad avere contatti solo telefonicamente, a non avere tutte le persone che ami all’interno dello stesso Comune, a sentire la tua libertà personale limitata, fa male ma pensi che sia solamente questione di tempo! Ed è proprio così , con un po’ di senso civico ne usciremo vincitori e si spera più forti, da Nord a Sud.
Federica Costantini
0 Commenti
Per scrivere e visualizzare i commenti occorre la registrazione ! RegistratiSe sei già registrato effettua il login