Momenti di non trascurabile bellezza. Puntata n.5: Il mio dovere
— 06/09/2020
5 settembre 2010
5 settembre 2020
Il peso enorme di dieci anni, senza colpevoli, senza giustizia per Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso da 9 colpi di pistola nel nostro Cilento.
Ieri sera eravamo lì, ad Acciaroli. Ci ha accolto un tramonto suggestivo e il suono emozionante di un pianoforte tra le dita del musicista Lorenzo De Biase. Eravamo lì con la nostra scuola e la dirigente Maria Teresa Tancredi alla festa della Speranza, per la prima edizione del Premio speciale della Fondazione dedicata ad Angelo e organizzato insieme all'associazione Battiti di Pesca di Antonio Scarfone.
Il mare delle ingiustizie di Lucia Pisano, La scelta giusta di Carolina Di Dio Castagna e Il Decalogo per la giustizia e la legalità di Francesca Grieco sono state le opere premiate del nostro Istituto Teodoro Gaza. Durante la didattica a distanza, nonostante le difficoltà, i ragazzi non si sono tirati indietro e hanno accolto con entusiasmo e seria dedizione il lavoro per il concorso che li invitava a riflettere sulla figura del sindaco pescatore e sul senso di giustizia. Il premio, in verità, da insegnante lo avevo già ricevuto in quel periodo, quando un'alunna, alla mia disponibilità di concedere qualche giorno in più per lo svolgimento dei compiti, dato l'impegno e il lavoro da svolgere per il concorso, mi ha risposto: "Non si preoccupi professoressa, farò il mio dovere e mi impegnerò anche per il resto!".
Una risposta per me significativa che dedico ad Angelo Vassallo, al suo sorriso sincero e alla sua fermezza, a coloro che nella scuola, in politica, nella sanità, nello sport, nelle forze armate e in tutti settori in cui si è chiamati a dare il proprio contributo scelgono il rispetto, la lealtà, l'impegno, la tutela della bellezza e della dignità morale, sociale, umana, evitando scorciatoie di qualsiasi genere e dimenticando il "proprio orticello" fatto di interessi, amicizie utili, tornaconti personali e vantaggi vari.
A tutti i ragazzi come Michele Triennese che pur non essendo stato tra i premiati, ieri ha deciso di esserci, di vedere i luoghi di Angelo Vassallo, e chiamato sul palco ci ha dato con le sue parole una lezione semplice e disarmante, scandita a voce alta e sicura: "Io il tempo lo divido in due parti, quello prima di Angelo Vassallo quando la politica non era buona e c'erano i rifiuti e quello dopo Angelo Vassallo quando la politica è diventata buona e le acque pulite davvero!". A volte noi adulti lo pensiamo e lo diciamo quasi con rassegnazione "La politica non è buona" ma un bambino ci ha ricordato che invece scegliere è possibile ed esiste una strada diversa, e luminosa.
Dario Vassallo spesso utilizza un termine per indicare chi ha scelto e sceglie ancora "strade secondarie", asfaltate di nero-buio e di rosso- sangue: Miserabili. Può sembrare un termine forte ma vuole indicare il sentimento di disprezzo che dobbiamo provare, imparando a non accettare, a non voltarci dall'altra parte, a non essere complici.
Siamo andate via stringendo il libro "La verità negata. Chi ha ucciso Angelo Vassallo Il sindaco pescatore" di Dario Vassallo e Vincenzo Iurillo e le ragazze guardavano con orgoglio il piatto di ceramica con la Grande onda in dissolvenza e le barche in porto. Così, sotto la gigantografia di quell'uomo che ha dato la propria vita spinto da un forte senso dello Stato e nel desiderio di un Cilento diverso, ho pensato che la Festa della Speranza avrà sempre senso finché ci sarà un giovane pronto a dire e a sentire dentro sé "Farò il mio dovere"!
Enza De Martino
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