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La nostra Terra in tavola



Nel Cilento, e in particolare a Vibonati, Casale Il Sughero è un luogo di ospitalità, energia pura e benessere psicofisico. Entrati nell’atmosfera di questo antico rudere, oggi riqualificato in casa rurale ospitale, è impossibile non sentirsi in pace.

La cura degli animali, il contatto con loro, gli spazi dedicati all’agricoltura, l’orto naturale e sinergico, il B&B che accoglie viaggiatori consapevoli e turisti disposti a visitare il Cilento in punta di piedi, alla ricerca reale di luoghi e protagonisti di un territorio, oltre le finzioni scenografiche del turismo di massa, ne fanno un posto unico e indimenticabile per chi ha il piacere di trascorrervi le proprie giornate.

Amedeo Trezza, il titolare, si racconta: “La nostra idea di ospitalità rurale, porosa come il sughero (quercus suber, endemismo del territorio) si ispira ai criteri di auto-sostentamento critico e di reciprocità partecipativa alla gestione sostenibile del territorio e dei suoi abitanti. Ma soprattutto è realmente sostenibile, non solo per il ridotto impatto ambientale ma anche dal punto di vista sociale perché la nostra è un’esperienza di vero 'agriturismo'. Dalla terra alla tavola: una piccola fattoria agroecologica produce cibo sano e ospita una cucina di apprendimento a chilometro zero dove si sperimenta l'incontro di diverse gastronomie identitarie, dalla cilentana alla napoletana fino alla tirolese!”.

Casale Il Sughero ospita infatti anche la Cucina di AmeLì, un paesaggio di ingredienti che Amedeo e Lisa (...AmeLì) mettono insieme per offrire un vero e proprio viaggio del gusto nel nostro territorio attraverso il linguaggio identitario del cibo.

La cucina di AmeLì è il racconto delle loro cucine di origine, napoletana di Amedeo e tirolese di Lisa, è esplorazione della tradizione gastronomica contadina cilentana, è custodia di grani antichi, vinificazione naturale, raccolta di erbe spontanee, molitura, pasta fresca e pane naturale, uova del giorno, formaggi e carni da animali al pascolo montano e di macchia mediterranea, pescato del giorno al momento giusto, olio extravergine di grande qualità e aromatiche di montagna.
C’è tutta la passione  e l’attenzione per i ritmi della natura e il rispetto per l’ambiente che ci circonda e che si fa nostro nutrimento, non solo per il corpo.

In questo periodo di emergenza per realtà come quella che vi ho appena raccontato il momento è delicato.

Amedeo, che ormai da anni gestisce questa attività, ci spiega: “Mentre per tanti oggi il problema è approvvigionarsi dei beni prima necessità, nelle piccole ma battagliere centrali di autosufficienza come la mia, abbiamo il problema opposto: un surplus alimentare da cedere e da condividere e non possiamo farlo come vorremmo! Quindi abbiamo deciso di reagire: dobbiamo cambiare il modello di sviluppo ripartendo dalla terra. Sovranità alimentare, autodeterminazione e autosufficienza: mai come in questi giorni ci rendiamo conto di quanto sia prezioso mettere a tavola la nostra terra. Senza dipendere dalla grande distribuzione e dall'agroindustria”. 

Prima di questa emergenza sanitaria, spesso la nostra attenzione era unicamente verso la grande distribuzione, la filiera lunga delle produzioni convenzionali, l’agricoltura globalizzata.

Oggi più che mai abbiamo avuto modo di riflettere sull’importanza dell’agricoltura familiare e sostenibile, sulla crescita fondamentale di una consapevolezza diversa basata sulla capacità di scegliere, di poter esercitare un controllo sul cibo e sulla nostra alimentazione sia a livello individuale che di comunità sociale. Gli sforzi fatti da chi crede nella filiera corta garantita, nelle auto-certificazioni, nella qualità e nell’anima di quello che si coltiva e si mangia, non possono essere vani, eppure ancora hanno una minima visibilità e vendibilità.

Amedeo auspica un cambio di strategie, unica strada possibile: “Abbiamo l’obbligo morale e l’urgenza concreta di porci questo problema di come recuperare terreno e soprattutto come porci in questi nuovi scenari che ci si paventeranno dinanzi in futuro, pena la nostra sopravvivenza. Non tornerà più tutto come prima, possiamo scordarci il modus operandi del passato. Le strategie che abbiamo adottato fino a ieri e le alternative che abbiamo creato, se vogliono sopravvivere DOMANI, devono essere OGGI completamente ripensate”.

Sono luoghi come questo, i luoghi della ripartenza. Non si può davvero pensare di continuare nella logica del consumo insensato perché esso non porta che alla nostra distruzione.

Solo da un approccio diverso e cosciente può nascere una nuova storia di equilibrio e di salubrità.

Enza De Martino

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