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A Scario il singolare ritrovamento di un esemplare di Sfinge Testa di morto



Ieri, nelle campagne di Scario è stato ritrovato, casualmente, un raro esemplare di  Sfinge ‘’Testa di morto’’, che ha trovato nei nostri terreni un luogo idoneo alla propria metamorfosi.

La "testa di morto’’, altrimenti nota come ‘’Acherontia atropos’’( secondo la nomenclatura di Linneo), è un insetto appartenente alla famiglia delle Sfingidi, così detta per la singolare posizione che il bruco assume sollevando la parte anteriore del corpo, la quale è simile a quella tipica delle sfingi greche ed egiziane.

Si tratta di una specie paleotropicale che si riproduce in alcune zone del Kwait, delle Canarie ed Azzorre, e la cui presenza in Europa è rara in questo periodo.

In genere si accinge a raggiungere il Mediterraneo solo in rare circostanze climatiche, sfruttando il mite clima e le invitanti chiome degli ulivi, per culminare la propria trasformazione con il raggiungimento dello stadio di pupa, ed infine farfalla.

Il singolare ed inquietante nome attribuito all’ animale allo stadio di farfalla, deriva dalla singolare colorazione presente sul dorso, che richiama appunto l’aspetto delle ossa del cranio, mentre nella fase di lombrico si presenta di grosse dimensioni (addirittura anche oltre i 15 cm di lunghezza) glabro e di colorazione prevalentemente verde-giallognola.

Il lombrico, molto ghiotto di Solanacee, è stato colto e fotografato dal proprietario del terreno, ed immediatamente liberata, dato che si tratta di una specie protetta in gran parte d’ Europa.

L’Acherontia (dal nome del fiume infernale Acheronte) è un animale innocuo per l’uomo, ma spesso vittima di bracconaggio e del mercato nero.

Tale animale, infatti, secondo vari miti derivati dal suo singolare aspetto, sarebbe ‘’presago mortis’’ o al contrario capace di allontanare la morte in varie tribù asiatiche ed africane.

A destare tali macabre credenze, oltre alla fisionomia, è la singolare capacità dell’ animale di emettere un forte lamento quando percepisce una potenziale minaccia.

Della Sfinge restano oggi pochissimi esemplari (a causa dell’uso di insetticidi e cambiamenti climatici)  molte celebrazioni letterarie, come quelle di Allan Poe e di Gozzano,  e alcune rappresentazioni pittoriche( come quelle di Dalì)  e cimenatografiche ( ne‘’Il Silenzio degli Innocenti’).

Il rinvenimento suggella, a dispetto dell’innegabile cambiamento climatico, il fatto che il nostro territorio resta un ‘’porto sicuro’’ per varie specie rare e protette, un vero ‘’polmone verde ‘’ del Mediterraneo.

Nel rammentare che tali specie vanno rispettate ed opportunamente segnalate alle autorità di competenza, si rammenta come tale ritrovamento sia caduto, per ironia della sorte, proprio nel giorno di commemorazione dei defunti.

Aldilà della singolare coincidenza, si tratta comunque di un animale capace di lasciare i fortuiti osservatori a bocca aperta, in virtù dei suoi colori sgargianti, delle sue dimensioni abnormi, e delle sue capacità sonore.

Francesco Scarano

 ...)
La villa è immersa nella notte. Solo

spiccano le finestre della sala
da pranzo dove la famiglia cena.
L'Acherontia s'appressa esita spia
numera i commensali ad uno ad uno,

sibila un nome, cozza contro i vetri                         
tre quattro volte come nocca ossuta.
La giovinetta piú pallida s'alza
con un sussulto, come ad un richiamo.
«Chi c'è? » Socchiude la finestra, esplora
il giardino invisibile, protende
il capo d'oro nella notte illune.
«Chi c'è? Chi c'è? » « Non c'è nessuno. Mamma! »
Richiude i vetri, con un primo brivido,
risiede a mensa, tra le sue sorelle.
Ma già s'ode il garrito dei fanciulli ,
giubilanti per l'ospite improvvisa,
per l'ospite guizzata non veduta.
Intorno al lume turbina ronzando
la cupa messaggiera funeraria.
(Guido Gozzano, 1914, per il giornale “La Grande Illustrazione”)

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