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Giacomo Aula, porto nel mondo i silenzi musicali della Basilicata e la profondita' degli sguardi del Cilento



Ieri sera a San Giovanni a Piro è andato in scena il primo evento dell'edizione 2016 di Equinozio d'Autunno. La storica piazza dedicata al famoso umanista Teodoro Gaza è stata riempita dalle calde note del duo jazz composto dal pianista e compositore internazionale Giacomo Aula e dal sassofonista Vincenzo Martire.

Lo spettacolo è stato introdotto dai saluti istituzionali del Sindaco Palazzo e del Vice Pasquale Sorrentino. Palazzo ha raccontato come questo Equinozio inizi ad intessere un filo unico e continuo tra amministratori e amministrati, rivelando come il concerto sia stato offerto dal Marcaneto Palace Hotel. "Questo Festival abbiamo voluto intitolarlo il ritorno, - ha detto il Sindaco - perché riteniamo che non possa essere fino a stesso, ma debba avere un filo conduttore, debba essere un momento per festeggiare il proprio paese e gli abitanti del proprio paese, siano essi vicini, o lontani". Il concerto, dopo l'emozionante dedica del Maestro Aula di un brano per i terremotati di Amatrice, è terminato con l'inaugurazione del progetto "La strada di Equinozio", in cui ogni artista che ha partecipato e parteciperà ad Equinozio lascerà la propria firma su calchi che verranno posizionati in una via artistica a San Giovanni a Piro, a Bosco e a Scario.

Pyros prima dell'esibizione ha intervistato il Maestro Giacomo Aula, che ha spiegato come le proprie origini (nato a Lagonegro, con madre cilentana, di Torre Orsaia) influenzino la sua musica, conosciuta in tutto il mondo: "Un artista nativo di questi luoghi, che si allontana, porta dentro una parte di questa terra, importante, irrinunciabile. Ma c'è il bisogno di allontanarsi per costruire una struttura più grande, più solida. Però il cuore viene proprio da queste radici". "Della Basilicata porto i silenzi dei monti, del gruppo del Sirino, quasi poetico, in cui i personaggi muti dicono molto senza dire nulla dal punto di vista acustico. - ha raccontato alla nostra Enza De Martino -  Il Cilento, invece, ha la profondità degli sguardi e del sorriso, la genuinità dell'ospitalità semplice, di quelle persone che hanno voglia di condividere quello che hanno, magari poco, con dignità, con la gioia dell'incontro, indipendentemente da chi si sta incontrando".

A cura di Andrea Sorrentino

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