Io sono un bimbo con autismo, non sono autistico
— 02/04/2020
“L’essere autistico è solo una piccola parte del mio essere: non ti dà l’immagine esatta della mia persona. Tu reputi di essere una persona con pensieri, sentimenti e molti talenti o semplicemente reputi di essere colto appieno con la definizione di grasso, miope o inadeguato nelle attività sportive? Io sembro normale all’apparenza ma il mio comportamento può generare sconcerto o può essere di difficile gestione in certi momenti perché io ho l’autismo.”
L'autismo è un disturbo del neurosviluppo che compromette le aree sociali e della comunicazione, spesso causando comportamenti ripetitivi e movimenti stereotipati. I dati parlano di una condizione in costante e drammatico aumento: secondo le ultime stime epidemiologiche, un bambino su 56 nati, con una frequenza quattro volte maggiore nei maschi. Tutti gli autistici sono persone uniche e nessuno presenta lo stesso quadro clinico di un altro. Vivere con l’autismo per le famiglie non è facile, soprattutto nel periodo storico in cui stiamo vivendo, a causa della pandemia causata dal Covid-19. Questa è davvero l’emergenza nell’emergenza che in Italia stanno vivendo migliaia di famiglie italiane. Infatti, oltre alle tante problematiche che l’emergenza sanitaria in corso presenta, le famiglie di persone con disturbi dello spettro autistico (DSA) devono affrontare un’altra emergenza, quella della loro gestione e cura 24 ore su 24, quindi le famiglie si trovano davanti a sfide ancora più complesse: scuole chiuse, centri sanitari e socio-assistenziali chiusi, sospensione delle attività terapeutiche e assistenza domiciliare, nella maggior parte dei casi, sospesa. A ciò bisogna aggiungere tutte le difficoltà che vive chi non si è creato una rete di sostegno, possibile soprattutto grazie alla scuola e ai progetti che ruotano intorno a gruppi di lavoro pubblici e privati. “Tenerli in casa significa dover smontare i rubinetti, potrebbero aprirli e non essere in grado di chiuderli. Le porte non possono avere maniglie né chiavi, il rischio è che si chiudano dentro. Le maniglie dalle finestre vanno smontate, potrebbero affacciarsi e farsi male. Detersivi, candeggina e oggetti pericolosi vanno nascosti, rappresentano un rischio per loro. Le vacanze non si sa cosa siano; il cinema, le serate in compagnia di amici non le ricordano i genitori. Le notti insonni, la vita senza intervalli, senza domeniche”. Per questa ragione ricordiamoci di loro sempre e soprattutto in questo periodo impariamo a convivere e a saper gestire la voglia irrefrenabile di uscire e divertirci pensando a chi, per causa, di questa pandemia, vede ridursi tanti passi in avanti fatti con sacrifici perché impossibilitati a fare terapie.
NON SONO AUTISTICI, SONO PERSONE AFFETTE DA AUTISMO, MA SEMPRE PERSONE!!!
Annamaria Mandara
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