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Coronavirus, facciamo chiarezza



In merito all'emergenza Coronavirus e in seguito ad allarmismi e false credenze, il dottore Ludovico Cobuccio risponde per Pyros alle FAQ sul tema. Cobuccio è specializzato in malattie infettive tropicali e medicina dei viaggi. Ha lavorato nel reparto ospedaliero di malattie infettive dell'ospedale Universitario di Losanna. Ora è strutturato in medicina tropicale, dei viaggi e vaccinazioni. Lo ringraziamo per la disponibilità e per l'esaustività.

1. Che cos'è il coronavirus e quali sono i sintomi?

In generale i coronavirus sono virus responsabili di infezioni respiratorie. Si tratta soprattutto di raffreddore, circa il 15% dei raffreddori è infatti dovuto a questi virus. Molto più raramente infezioni più gravi quali bronchite e polmonite. Alcuni si ricorderanno la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome – Sindrome respiratoria acuta grave) del 2003 e il MERS (Middle East Respiratory Syndrome – Sindrome respiratoria del Medio-Oriente). L’attuale nuovo coronavirus, chiamato SARS-CoV-2 in quanto molto simile al coronavirus responsabile dell’epidemia del 2003, è causa appunto, come la SARS e la MERS, di infezioni più gravi del solito. La maggioranza delle persone infette ha pochissimi sintomi, un po' di stanchezza, naso tappato o che cola, mal di testa; altri hanno i sintomi di un brutto raffreddore con starnuti, mal di gola, qualche linea di temperatura; raramente si presenta con febbre alta, tosse e difficoltà a respirare.

2. Come si può trasmettere?

Si trasmette in maniera diretta ovvero tramite le goccioline liberate da starnuti e colpi di tosse, oppure in maniera indiretta cioè per esempio tramite le mani, con una stretta di mano o toccando un oggetto toccato da poco da qualcuno infetto (soprattutto se, quando si starnutisce, si ha il brutto vizio di coprirsi naso e bocca con le mani e non con un fazzoletto usa e getta o con l’incavo del gomito…).

3. Il virus si può contrarre anche dagli animali?

Altre specie di coronavirus circolano anche tra altri animali quali cammelli, pipistrelli, armadilli, serpenti, cani e gatti. Molto raramente possono avvenire cosiddetti salti di specie. È quanto accaduto probabilmente al mercato degli animali di Wuhan. Si trasmette ormai da essere umano a essere umano. Allo stato attuale non ci sono prove scientifiche che dimostrino che SARS-CoV2 possa trasmettersi da essere umano a animale e viceversa. Bisogna notare che stiamo imparando a conoscere questo nuovo coronavirus e che la certezza assoluta non si può avere. In ogni modo gli animali possono trasmettere altre malattie, occorre quindi sempre lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali.

4. Qual è la differenza con i virus stagionali e quanto è più forte e pericoloso?

I coronavirus stagionali ci accompagnano da vari secoli, addirittura millenni e il nostro sistema immunitario è ormai abituato a tenerli a bada in maniera molto efficace. SARS-CoV2 invece è un virus molto recente, per questo è più pericoloso dei coronavirus comuni. È molto difficile quantificare la pericolosità di questo virus. Si sarebbe tentati di calcolare la letalità, con un semplice calcolo: numeri di morti diviso il numero di casi. Purtroppo durante un’epidemia non si sa ancora quale è l’esito dei casi, ovvero, se guariranno o decederanno. C’è da aggiungere che ci sono sicuramente un certo numero di casi passati inosservati. La letalità di una malattia si può calcolare con precisione solo a cose fatte, quando l’epidemia è finita. Le cifre che circolano in questo momento sono solo stime, stime che possono sbagliarsi anche di grosso.

Dati preliminari estrapolati dai primi casi in Cina parlavano di una letalità del 3%, è molto probabile che questa percentuale vada rivista al ribasso in quanto ovviamente non tiene conto dei casi che non vengono scoperti (perché con sintomi molto lievi, e che quindi non accedono al servizio sanitario).

Quello che si sa è che le persone infette più a rischio di sviluppare forme gravi, potenzialmente mortali, sono le persone il cui sistema immunitario à più fragile. Anziani, persone con malattie cardiache, polmonari croniche, diabete, cancro etc. Una persona in buona salute avrà probabilmente un raffreddore e niente più. In ogni malattia infettiva la mortalità è più elevata nelle persone fragili, non è quindi qualcosa di legato specificatamente al SARS-CoV2.

5. È utile, a scopo preventivo, assumere antibiotici o antivirali?

Trattandosi di un virus gli antibiotici sono inutili, anzi potenzialmente dannosi in quanto causa di effetti indesiderati. Non esistono né vaccini, né antivirali preventivi contro questo virus.

6. Quali azioni intraprendere per proteggersi?

La migliore cosa da fare è quella di seguire le direttive del Ministero della Salute:

- Lavarsi le mani spesso con acqua e sapone o soluzioni a base di alcol;

- Evitare contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;

- Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;

- Coprire bocca e naso se si starnutisce o si tossisce (Aggiungerei NON CON LE MANI, ma con l’incavo del gomito o con fazzoletto usa e getta).

7. È pericoloso andare in ristoranti o negozi cinesi? E ricevere pacchi dalla Cina o da altre zone a rischio?

Non si corrono pericoli frequentando ristoranti o negozi cinesi. I prodotti ricevuti dalla Cina non sono pericolosi.

8. L'utilizzo di mascherine e gel disinfettanti è utile alla prevenzione?

C’è da fare chiarezza sull’uso delle mascherine. Le mascherine “classiche” tipo da chirurgo, per intenderci, hanno come obiettivo quello di impedire che i germi escano dalla bocca e dal naso per contaminare l’ambiente circostante. È infatti questo il motivo per cui si utilizzano in sala operatoria, non si vuole che il chirurgo troppo chiacchierone introduca, parlando, germi dentro al paziente. Sono perciò totalmente inutili per proteggere se stessi da qualcuno malato di coronavirus. Sono però usate dalle persone malate per evitare di contagiare chi gli sta intorno. Una persona sana che volesse davvero proteggersi dal coronavirus dovrebbe utilizzare maschere apposite con più alto potere filtrante. Si tratta delle maschere cosiddette FFP2 o FFP3 (efficienza filtrante minima de 94 e 98% rispettivamente). A patto che ci si ricordi di non toccarsi il volto con le mani, di non togliersela per rispondere al telefono e di assicurarsela su bocca, mento e naso, senza barba, facendo attenzione che aderisca bene al viso. In pratica per proteggersi é molto meglio seguire i consigli di cui sopra.
I gel o soluzioni idroalcoliche sono utili per avere una corretta igiene delle mani senza dover andare in giro con acqua e sapone. È importante che la concentrazione di alcool sia compresa tra il 60 e il 70% e che la concentrazione sia chiaramente scritta sui prodotti che si comprano.

 9. Come bisognerebbe regolarsi con i viaggi?

Al momento della redazione (24.02.2020) il consiglio è di evitare viaggi verso le aree colpite della Cina. Altri viaggi verso il Sud-Est Asiatico non sono sottoposti a restrizione. La situazione può evolvere rapidamente quindi è importante tenersi aggiornati sulla situazione nei paesi verso i quali si intende viaggiare. Se nonostante ciò si decida di viaggiare e che nelle 2 settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori e febbre occorre:

- Contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500;

- Indossare una mascherina chirurgica se si è in contatto con altre persone;

- Utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

10. Quali sono i rischi da propagazione?

È davvero difficile rispondere a questa domanda perché le epidemie sono dei fenomeni molto complessi e per controllarle occorre uno sforzo coordinato dei governi dei paesi colpiti e una forte collaborazione con le istituzioni sovranazionali quali l’Unione Europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. In assenza di farmaci e di vaccini le uniche armi a disposizione delle autorità per limitare la diffusione sono l’individuazione dei casi, il loro isolamento, le indagini epidemiologiche per individuare tempestivamente gli eventuali contatti, metterli in quarantena, e fare i tamponi se sintomatici. Ci tengo a sottolineare che la collaborazione di tutti i cittadini è essenziale per limitare la propagazione del virus:

- Se si hanno sintomi di raffreddore occorre restare a casa;

- Se si ha febbre e tosse e si pensa di poter essere stato contagiato perché per esempio si è stati in contatto con casi confermati o si è viaggiato in Cina nei 14 giorni precedenti l’inizio dei sintomi occorre contattare il numero verde nazionale (1500) oppure il numero verde regione Campania (800909699). Numeri attivi 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20. Al di fuori di questa fasce orarie e in caso di urgenza (per esempio per difficoltà respiratoria importante) chiamare il 112. Gli operatori telefonici sapranno indicare se occorre consultare il proprio medico o il pronto soccorso.

11. Le misure adottate dall'Italia sono efficaci?

Il Governo Italiano ha messo in atto tutte le misure necessarie al contenimento di questa epidemia.

 12. Quanto ci vorrà per ottenere un vaccino?

In generale per fare un vaccino occorre: 1) isolare il microbo responsabile della malattia; 2) lo si inattiva e quindi viene ucciso, oppure si può attenuare, cioè gli si toglie la capacità di provocare la malattia ma non quella di stimolare le nostre difese; 3) lo si testa in vitro e in vivo prima su animali e poi su esseri umani per verificarne la sicurezza. Questo tipo di ricerche richiede spesso vari anni. La buona notizia è che parte di queste ricerche sono in corso già dal 2003 per trovare un vaccino contro il SARS-CoV1. Potrebbero perciò essere riutilizzate per SARS-CoV2. È improbabile però che si riesca ad avere un vaccino efficace in meno di 3-6 mesi, da usare perciò durante questa epidemia.

13. Perché fare il tampone solo se si hanno sintomi e non anche a chi proviene o si sposta dalle zone rosse, essendoci i portatori sani, quindi asintomatici?

Quando il virus entra nelle vie aeree di un individuo inizia a proliferare, man mano che si moltiplica iniziano i sintomi. Il tampone consiste nel prelevare un campione di muco dal fondo del naso per poi cercare il materiale genetico del virus. Non esiste un test efficace al 100% nel trovare il materiale genetico del virus. Mettiamo caso che si effettui un tampone all’inizio dell’infezione, quando ancora non ci sono sintomi. Il rischio è che il tampone risulti negativo. Si è quindi erroneamente rassicurati dal risultato e si lascia la persona libera di contagiare altre persone. Per questo motivo occorre mettere le persone asintomatiche che provengono dalle zone rosse in quarantena ovvero in osservazione durante il tempo massimo di incubazione della malattia (circa 14 giorni). Se sviluppano sintomi si fa il tampone per sapere se i sintomi sono dovuti al SARS-CoV2 oppure ad un altro virus tipo influenza, vecchio coronavirus etc.

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